Come comunicato in un precedente contributo, nel 2024 l’Unione Europea, tramite la Direttiva (UE) 2024/1226 ha stabilito di uniformare i reati e le sanzioni associati alla violazione delle misure restrittive dell’Unione. Tramite tale provvedimento l’UE intende armonizzare le sanzioni dei diversi Paesi membri, le quali, ad oggi, fanno riferimento ai diversi ordinamenti nazionali; seguendo l’iter citato nella Direttiva, i singoli Paesi membri dovevano attuare la Direttiva entro il 20 maggio 2025.
In Italia, come per altri Paesi UE, la Direttiva non è stata attuata e il Parlamento italiano, con la Legge di Delegazione Europea 2024, ha conferito al Governo il compito di recepirla entro diciotto mesi dall’entrata in vigore, quindi entro gennaio 2027.
Il 24 luglio 2025 la Commissione Europea ha avviato però una procedura di infrazione nei confronti di diciotto Stati membri, tra cui l’Italia, per non aver ancora notificato le misure adottate a livello nazionale per l’attuazione della direttiva. Gli Stati coinvolti hanno ora due mesi di tempo per conformarsi alla normativa, altrimenti rischiano ulteriori provvedimenti da parte della Commissione.
Si ricorda come la Direttiva introduca norme in materia penale prevedendo la punibilità della violazione intenzionale delle sanzioni nei confronti di paesi terzi quali il mancato congelamento di fondi, la violazione dei divieti di viaggio o degli embarghi e l’elusione delle restrizioni.
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