Con la sentenza del 16 ottobre 2025, la Corte di Giustizia europea si è pronunciata in materia di importazioni di parti di biciclette di origine cinese e analoghe misure antidumping sulle stesse e in particolare sull’applicazioni operative ad esse collegate.
Come già stabilito dalla Regolamentazione comunitaria, tra le deroghe che consentono di evitare l’applicazione del dazio antidumping per l’importazione dei prodotti di interesse, è presente la possibilità di importare fino a 299 pezzi, su base mensile, per tipo di parti essenziali di biciclette. La sentenza contribuisce a fornire indicazioni utili per la corretta gestione dello scenario di interesse.
In primo luogo, la sentenza di interesse stabilisce che il superamento della soglia di 299 pezzi comporta la revoca dell’autorizzazione e l’applicazione dei dazi supplementari previsti dalla regolamentazione comunitaria
In aggiunta, la Corte ha stabilito che la soglia di 299 pezzi rappresenta un tetto unico mensile per operatore, non moltiplicabile per cliente.
La pronuncia della Corte rappresenta dunque un importante richiamo alla prudenza per gli operatori del settore. Le aziende che importano parti di biciclette dovranno prestare particolare attenzione al rispetto della soglia quantitativa e alla corretta gestione delle proprie operazioni doganali, mantenendo una documentazione chiara e aggiornata.
Lo Studio rimane a disposizione per approfondimenti in materia.