Nella giornata di ieri 28 maggio la Court of International Trade statunitense si è espressa sulle misure daziarie, portate avanti dall’amministrazione Trump, definendole “illegali e nulle”.
In particolare, i giudici hanno stabilito che l’uso della International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) del 1977 non può giustificare l’introduzione di tariffe commerciali così ampie e unilaterali. Sotto esame non vi sono soltanto i dazi “reciproci”, che già erano stati rinviati, ma anche le tariffe contro Fentanyl e i provvedimenti riguardanti l’immigrazione.
Il verdetto è stato netto, in quanto, secondo i giudici "la IEEPA non autorizza poteri illimitati al Presidente", pertanto “sospende i dazi che sono stati imposti e sui quali è stato presentato ricorso”. I giudici hanno aggiunto che "Il deficit commerciale non è una minaccia straordinaria alla nazione". La Presidenza statunitense ha già comunicato di voler preparare un immediato ricorso in appello, portando il caso fino alla Corte Suprema, tuttavia, in base a quanto disposto dai giudici Trump ha fino a dieci giorni di tempo per revocare la maggior parte dei dazi recentemente introdotti.
Nel caso in cui lo scenario sopra citato dovesse quindi essere confermato, sarebbero rimosse le misure restrittive applicate nei confronti di Messico, Canada e Cina; in aggiunta sarebbero abrogati i "daci reciproci", attualmente applicati ad una percentuale del 10% fino a Luglio 2025. Rimarrebbero invece in vigore i dazi supplementari relativi ai prodotti in acciaio, alluminio e loro derivati, e i dazi supplementari applicati ad autoveicoli e loro parti.
Questa nuova fase della battaglia commerciale portata avanti dal Presidente Trump, potrebbe decretare un cambio negli equilibri riguardanti le trattative in corso con i vari Partner commerciali, che fino a questo momento hanno vissuto lunghi periodi di stallo.
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