CORTE DI CASSAZIONE: NEGATA L’ESENZIONE DAI DAZI ANTIDUMPING IN ASSENZA DI PREVENTIVA AUTORIZZAZIONE

19 Maggio 2023

La Cassazione civile si è pronunciata, tramite sentenza numero 4888 del 16 febbraio 2023, in tema di esenzione dai dazi antidumping.

La fattispecie esaminata dalla Corte aveva ad oggetto l’impugnazione dell'avviso di accertamento e rettifica doganale con il quale l’Agenzia delle Dogane (ADM) recuperava, sia nei confronti di un’azienda importatrice italiana, che nei confronti del dichiarante doganale (rappresentanza indiretta), il dazio antidumping non corrisposto al momento dell'importazione di merce di origine cinese.

 

Nello specifico, l’importazione riguardava parti di biciclette (telai e forcelle) provenienti dalla Repubblica Popolare Cinese, sottoposte al dazio antidumping imposto dal Regolamento 2474/93/CEE ed esteso dal Regolamento 71/97/CE del Consiglio.

L’importatore, tuttavia, aveva fruito del trattamento daziario favorevole previsto dal Regolamento n. 88/97/CE, che prevede un’esenzione al dazio antidumping in questione di alcune parti di biciclette di origine cinese (nei limiti di un quantitativo mensile di trecento unità).

La contestazione di ADM, in merito alla legittimità della fruizione dell’esenzione, si basava sul fatto che l'importazione fosse avvenuta senza che le parti coinvolte avessero ottenuto l'autorizzazione alla destinazione particolare rilasciata dall’Ufficio doganale di riferimento, come richiesto dal Regolamento sopra richiamato.

La CTR (Commissione Tributaria Regionale) competente, tuttavia, aveva negato le ragioni di ADM ritenendo applicabile il Regolamento 92/2913/CEE (cd. Codice doganale comunitario), in quanto il comportamento attivo dell'Amministrazione doganale poteva riscontrarsi nel non avere mai effettuato contestazioni in sede di controllo e, inoltre, si poteva ammettere che la buona fede dell’importatore fosse maturata nel tempo.

Di diverso avviso si è mostrata la Corte di Cassazione, la quale ha cassato la sentenza della CTR ponendo l’accento sul fatto che, non essendo state rispettate dalle società contribuenti tutte le formalità previste in sede di importazione, con particolare riferimento alla mancanza dell’autorizzazione preventiva dell'ufficio doganale competente, l'esenzione daziaria non poteva essere concessa. Allo stesso modo, la Suprema Corte ha negato che, pur in presenza di un comportamento dell'Amministrazione finanziaria che è stato ritenuto attivo dalla CTR, potesse configurarsi la buona fede dell'importatore e del suo rappresentante indiretto.

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Specializzato in Internazionalizzazione d’impresa, Consulente di associazioni e Unioncamere Lombardia. Relatore in seminari su Classificazione doganale, Tecnica e legislazione doganale, Trasporti, Origine della merce, IVA intracomunitaria ed extracomunitaria.
 
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