Nel commercio internazionale ogni dettaglio può avere un peso enorme, e a volte è proprio un codice doganale a decidere il destino di un prodotto. È il caso delle flange in acciaio inox per raccordare due tubi, progettate a disegno, ad esempio per macchine riempitrici: un componente apparentemente tecnico che, a seconda della classificazione scelta, può determinare se l’articolo rientra o meno nel CBAM, il nuovo sistema europeo di adeguamento delle emissioni di carbonio alla frontiera.
Molti operatori tendono a ricondurre queste flange alla voce 8422 90 90, cioè tra le parti di macchine riempitrici. Una scelta che sembra naturale: se il pezzo è progettato appositamente per quella macchina, perché non dovrebbe seguirne la classificazione? In realtà, la normativa doganale non si ferma al buon senso pratico. La Nota 1 della Sezione XVI della Tariffa Doganale esclude infatti dal capitolo delle macchine tutte le “parti e forniture di impiego generale”. E la Sezione XV, con la sua Nota 2, chiarisce senza ambiguità che le flange in acciaio appartengono proprio a questa categoria, rientrando quindi nella voce 7307 21 00 – Flange in acciaio inox.
La differenza non è banale. Se classifichiamo correttamente la flangia come raccordo in acciaio inox, essa ricade nel perimetro del CBAM, con tutti gli obblighi di dichiarazione delle emissioni incorporate e i controlli doganali annessi. Se invece si opta erroneamente per la classificazione come “parte di macchina”, l’articolo resta escluso dal meccanismo. Un cambiamento che non è solo teorico: significa passare da un regime di obblighi ambientali e burocratici a un quadro apparentemente più leggero, ma rischioso sul piano della compliance.
La lezione da trarre è chiara: la classificazione doganale non è mai un dettaglio formale, ma una decisione strategica che tocca dazi, controlli e sostenibilità. In un contesto europeo sempre più orientato alla transizione verde, conoscere e applicare correttamente le regole tariffarie non significa solo rispettare la legge, ma anche salvaguardare la competitività e la reputazione delle imprese.
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