L’Egitto vira con decisione sulla digitalizzazione delle proprie dogane e ha scelto di farlo trasformando Nafeza nel punto di passaggio obbligato per chiunque movimenta merci da e verso il Paese. Nafeza è la finestra unica nazionale per il commercio estero: una piattaforma digitale che sostituisce progressivamente la frammentazione di procedure e documenti cartacei con un flusso centralizzato, pensato per velocizzare lo svincolo delle merci e ridurre la burocrazia ai porti e agli aeroporti.
Al centro di questa trasformazione c’è il sistema ACI – Advance Cargo Information, che richiede l’invio anticipato (in forma elettronica) dei dati relativi a ciascuna spedizione, prima che la merce lasci il Paese di origine. Attraverso Nafeza, le autorità doganali ricevono con largo anticipo le informazioni su natura della merce, valore, origine e soggetti coinvolti, possono svolgere analisi di rischio mirate e arrivano al momento dell’ingresso della spedizione con un quadro già istruito, riducendo tempi e incertezze in fase di sdoganamento.
Questo modello non nasce da zero: l’ACI è operativo sulle spedizioni via mare dal 2021 e ha rappresentato il primo passo verso una gestione più strutturata dei flussi in import. La novità è l’estensione al traffico aereo: dopo una fase di esercizio pilota, le autorità egiziane hanno confermato che il sistema ACI diventerà obbligatorio per tutte le spedizioni via air freight a partire dal 1° gennaio 2026, con il termine della fase di prova fissato al 31 dicembre 2025.
Per gli operatori significa che ogni spedizione aerea diretta in Egitto dovrà essere pre-registrata: i dati dovranno essere caricati in anticipo e approvati prima della partenza del volo, non più gestiti solo a ridosso dell’arrivo.
Dal punto di vista operativo, il perno del sistema è il codice ACID (Advance Cargo Information Declaration), un numero univoco di 19 cifre emesso da Nafeza quando l’importatore egiziano registra la spedizione. L’ACID viene trasmesso elettronicamente all’importatore e all’esportatore e diventa l’identificativo di riferimento della spedizione: deve comparire su tutta la documentazione principale (fattura commerciale, packing list, polizza di carico o air waybill) e fa da chiave di collegamento tra i dati caricati nei sistemi e la merce fisica che arriva in frontiera.
Per le aziende estere il processo si articola in più passaggi coordinati. Da un lato, l’importatore egiziano deve essere registrato su Nafeza, inserire i dati essenziali della spedizione e richiedere l’ACID. Dall’altro, l’esportatore deve dotarsi di un account sulla piattaforma CargoX, completare la verifica dell’azienda e caricare, prima della partenza, il cosiddetto “envelope” ACI con tutti i documenti richiesti, collegandoli all’ACID comunicato dal partner egiziano. Solo a queste condizioni il dossier risulta completo agli occhi delle autorità doganali.
La logica è chiara: nessuna spedizione può essere considerata “regolare” senza un ACID valido e correttamente riportato sui documenti. Il rischio non è solo un rallentamento delle operazioni ma, nei casi più gravi, l’impossibilità di caricare la merce alla partenza o di svincolarla all’arrivo in Egitto.
Per chi esporta verso l’Egitto, l’entrata a regime dell’ACI aereo dal 1° gennaio 2026 è quindi una scadenza da affrontare non solo come obbligo di conformità, ma come occasione per ripensare l’intero flusso documentale in chiave più strutturata e collaborativa con i propri partner locali.
Lo Studio rimane a disposizione per approfondimenti in materia.